Projekt-IT:Progetto Il Sistema Concettuale 19: 5.2. Funzione complessa: movimento sul posto e locomozione

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Stato redatto con letteratura specialistica
Autore/Editore N. N./Emanuela Garavelli
Ultima modifica 24.02.2021


Nota
Questa pagina viene aperta nell’ambito del “sondaggio sul Libro Il Sistema Concettuale”, del pool di risorse Curriculum e Ricerca della Associazione Europea Kinaesthetics (EKA). L’obiettivo è di raccogliere e discutere, sulla relativa pagina di discussione Projekt-IT Diskussion:Progetto Il Sistema Concettuale 19: 5.2. Funzione complessa: movimento sul posto e locomozione, le domande, le necessità di sviluppo, di aggiornamento e di confronto sulla comprensione dei concetti. Questo sondaggio/discussione dura circa un anno. La pagina rimarrà aperta fino a fine 2021.


„5.2. Funzione complessa: movimento sul posto e locomozione

Con il termine “funzione complessa” si intendono tutte le attività di movimento che
una persona svolge sulla base di una funzione semplice.
Kinaesthetics distingue tra funzioni complesse, che non sono necessariamente legate
ad un cambiamento di luogo (ad es. respirare, mangiare, bere, scrivere), ed altre che
si basano sulla locomozione (ad es. camminare, gattonare, saltare, cambio di posizione).
Movimento sul posto
Kinaesthetics definisce come movimento sul posto tutte le funzioni che non sono
legate ad un cambiamento di luogo. In questi movimenti si può distinguere tra
funzioni volontarie sul posto e funzioni involontarie.
Funzioni involontarie
Funzioni involontarie vengono chiamate le funzioni vitali (ad es. respirazione, circolazione, digestione).
Queste funzioni non possono essere svolte direttamente in modo volontario. Sono
influenzate però dalla funzione semplice, cioè dall’organizzazione del peso corporeo
nella forza di gravità: vi è un’influenza reciproca molto stretta tra la qualità dei
processi di movimento della funzione semplice e la qualità delle funzioni vitali.
Funzioni volontarie
Delle funzioni volontarie sul posto fanno parte tutti i movimenti, nonché le attività,
che non necessitano di spostamento e che si possono svolgere in modo diretto volontario (ad es. mangiare, lavarsi, vestirsi, espellere).
Non tutte le posizioni sono adatte per ogni attività in modo uguale: cosi, ad
esempio, non si abbinano molto lo stare coricati con il bere e lo stare in piedi col
dormire.
La capacità di organizzare il peso in una determinata posizione è il presupposto per
poter imparare e svolgere un’attività volontaria in tale posizione.
Locomozione
Locomozione significa portare il peso di tutte le masse in un nuovo luogo. Il
presupposto per potersi spostare è la capacità di saper organizzare il peso nelle posizioni specifiche.
Il bambino, durante il suo sviluppo del movimento, si sposta nei modi più vari in ogni
posizione. Durante tutta la vita l’uomo continua a sviluppare, in modo sempre più
differenziato, queste attività di locomozione.
Vista da fuori, la locomozione si può suddividere in “locomozione in direzione
” (ad es. strisciare, correre)
e “locomozione in direzione verticale” (ad es.
alzarsi). Entrambi i tipi di locomozione si possono nuovamente suddividere nei modi
in cui avviene lo spostamento del peso: spostamento di peso sulla superficie di
supporto e spostamento del peso nell’aria.
Locomozione in direzione orizzontale
Spostamento camminando


Gehende Fortbewegung.jpeg
Lo spostamento del peso avviene su una superficie di
supporto.

Esempi: camminare, strisciare, gattonare


Questo tipo di locomozione è caratterizzato dal fatto che lo spostamento avviene
lateralmente, dalla parte destra alla parte sinistra del corpo (e viceversa) con singoli
passi.
Ogni passo contiene i seguenti tre elementi:
1. Spostamento del peso lateralmente verso una metà del corpo;
2. Spostamento della parte libera (o anche più di una) in un nuovo luogo;
3. Ridistribuzione del peso nuovamente in modo equo su entrambe le metà del corpo.
Questo spostamento camminando è possibile partendo da tutte le posizioni base. Ci
si può muovere ad es., stando coricati, in su e in giù nel letto, “camminare” seduti
sulla sedia in avanti ed indietro, si può strisciare a carponi o camminare in piedi.

Se si esamina lo sviluppo delle competenze di locomozione di una persona, si può
notare che più è alta la posizione, più è impegnativa la locomozione da una certa
posizione. Perciò, la competenza di sapersi spostare da coricati o da seduti è il
presuppposto per potersi spostare stando sui piedi. È più facile, ad esempio, lo
spostamento laterale del peso su una metà del corpo stando coricati che da seduti,
ed è più semplice da seduti che non in piedi.


Saltare
52-detail-fortbew-springen1.jpg
52-detail-fortbew-springen2.jpg
Lo spostamento del peso avviene nell’aria.


Mentre nello spostamento camminando almeno una parte del corpo ha sempre il
contatto con la superficie di supporto, nel saltare tute le parti del corpo sono
distaccate per un breve tempo dalla superficie di supporto, il peso viene spostato
nell’aria.
Questo tipo di locomozione richiede più sforzo e più abilità per controllare il peso
che non la locomozione camminando.
Locomozione in direzione verticale


Cambio di posizione
52-detail-fortbew-vertical.jpg
Lo spostamento del peso avviene sulla
superficie di supporto.
Esempi: alzarsi dalla sedia, andare a letto,
coricarsi.


Attività di locomozione in direzione verticale necessitano di un cambio da posizioni
più alte verso posizioni più basse e viceversa. A differenza della locomozione
camminando, qui non si ridistribuisce il peso all’indietro (cfr. Capitolo 5.2., 3°
elemento di un passo), ma lo si sposta continuamente verso altre parti del corpo. Il
peso di una massa si trova sempre su una superficie di supporto o su un’altra massa.
Kinaesthetics descrive, con l’aiuto del modello seguente, la via che conduce dalla
posizione supina alla posizione eretta, passando attraverso le posizioni base:
Dalla posizione supina si arriva, attraverso un modello di movimento a spirale, alla
posizione prona mediante la combinazione girare - estendere.
Mediante girare - flettere, nella direzione opposta, si arriva, con un modello di movimento a spirale,
dalla posizione prona a quella seduta.
ecc.
Attraverso l’alternanza tra questi due schemi (girare - estendere / girare - flettere) si
arriva nella posizione successiva più alta. La via dallo stare in piedi alla posizione
supina passa, ovviamente in modo analogo, attraverso le posizioni.


Cadere
52-detail-fortbew-springen1.jpg
52-detail-fortbew-springen2.jpg
Lo spostamento del peso avviene nell’aria.


Il cadere è caratterizzato dal fatto che una o più masse non scaricano il proprio peso
su una superficie di supporto, ma cadono sotto l’effetto della forza di gravità
attraverso l’aria.
Quotidianamente sperimentiamo piccoli movimenti di caduta, ad esempio quando
inciampiamo o quando lasciamo cadere il braccio. Solitamente riusciamo a
raccogliere il peso e a scaricarlo di nuovo in modo controllato. Questo ci riesce
meglio se abbiamo imparato ad adattare i nostri modelli di movimento, in modo
vario e con poso sforzo, sulla via tra la posizione eretta e quella supina (e viceversa).
La competenza di sapersi muovere da posizioni basse a posizioni più alte e viceversa
è il presupposto per saper cadere in modo competente, cioè riuscire a compensare,
ovvero a non cadere o a non ferirsi durante una caduta. Si può osservare che i
bambini, che cambiano frequentemente tra tutte le posizioni base, si feriscono di
meno nella caduta rispetto alle persone adulte che non svolgono più così
frequentemente questo cambio di posizioni.“


Fonte: European Kinaesthetics Association (Ed.) (2020): Kinaesthetics. Il Sistema Concettuale. Responsabile delle traduzioni: Beate Scheidegger, Sara Pascal. Linz, Winterthur: Editore European Kinaesthetics Association. ISBN 978-3-903180-10-9. Pag. 47 e sgg.

Voci correlate

Ulteriore letteratura selezionata

  • Asmussen-Clausen, Maren (2009): Praxisbuch Kinaesthetics. Erfahrungen zur individuellen Bewegungsunterstützung auf Basis der Kinästhetik. 2. Auflage. München, Jena: Elsevier, Urban und Fischer. ISBN 978-3-437-27570-8. Pag. 52 e sgg
  • Hatch, Frank; Maietta, Lenny (2003): Kinästhetik. Gesundheitsentwicklung und menschliche Aktivitäten. Übersetzung: Ute Villwock, Elisabeth Brock. 2., komplett überarbeitete Auflage. München, Jena: Urban und Fischer. ISBN 978-3-437-31467-4. Pag. 60 e sgg, 107 e sgg, 119 e sgg.
  • Maietta, Lenny; Hatch, Frank (2011): Kinaesthetics Infant Handling. Originalmanuskript aus dem Amerikanischen von Ute Villwock. 2., durchgesehene und aktualisierte Auflage. Bern [u. a.]: Hans Huber. ISBN 978-3-456-84987-4. Pag. 125 e sgg.