Projekt-IT:Progetto Il Sistema Concettuale 14: 3.2. Modelli di movimento paralleli e a spirale: Unterschied zwischen den Versionen

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== Voci correlate ==
 
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* [[projekt-IT: Progetto Il Sistema Concettuale 13: 3.1. movimento di portamento e movimento di trasporto]]
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* [[projekt-IT: Progetto Il Sistema Concettuale 10: 2.3. Livelli di movimento di portamento e livelli di movimento di trasporto]]
 
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Aktuelle Version vom 24. Februar 2021, 10:41 Uhr

Stato redatto con letteratura specialistica
Autore/Editore N. N./Sabine Kaserer
Ultima modifica 24.02.2021


Nota
Questa pagina viene aperta nell’ambito del “sondaggio sul Libro Il Sistema Concettuale”, del pool di risorse Curriculum e Ricerca della Associazione Europea Kinaesthetics (EKA). L’obiettivo è di raccogliere e discutere, sulla relativa pagina di discussione Progetto Il Sistema Concettuale 14: 3.2. Modelli di movimento paralleli e a spirale, le domande, le necessità di sviluppo, di aggiornamento e di confronto sulla comprensione dei concetti. Questo sondaggio/discussione dura circa un anno. La pagina rimarrà aperta fino a fine 2021.


Konzepticons-mit-kreis 311.png

1 „3.2. Modelli di movimento paralleli e a spirale

Fondamentalmente ogni uomo, grazie alla sua anatomia, ha a disposizione un
numero illimitato di modelli di movimento. Diversi fattori contribuiscono però al fatto
che l’uomo impari a svolgere, in modelli di movimento sempre simili, specifiche
attività della quotidianità, limitando lo spettro delle varianti di azione che avrebbe a
disposizione.
Modelli di movimento individuali e abituali sono assolutamente sensati, in quanto
corrispondono alle possibilità funzionali della nostra anatomia da una parte e
permettono uno svolgimento adeguato dell’attività specifica dall’altra.
Tuttavia, sovente l’uomo mantiene i suoi modelli di movimento abituali anche nel
caso in cui la sua situazione sia cambiata. Allora i modelli abituali, che non si riescono
ad adattare alla situazione cambiata, possono sviluppare un effetto distruttivo.
I modelli abituali individuali, per di più inconsci, risultano dall’utilizzo specifico di
movimenti di portamento e di trasporto da parte della singola persona.
La comprensione dell’interazione sottile tra movimento di portamento e movimento
di trasporto nei propri modelli di movimento, porta ad una capacità di adattamento
costruttiva e ad un ampio spettro di varianti di azione.


Kinaesthetics distingue tra modelli di movimento paralleli e modelli di movimento a
spirale:
31-detail-muster-parallel.jpg
Modelli di movimento paralleli
In un modello di movimento parallelo muoviamo il peso
di tutte le masse attorno ad assi parallele. I movimenti di
trasporto si svolgono solo nella stessa direzione come i
movimenti di portamento. Non viene sfruttato lo spettro
delle tante direzioni tra le singole masse che,
principalmente, sono possibili nei movimenti di
trasporto.“


31-detail-muster-spiralig.jpg
Modelli di movimento a spirale
Nei modelli di movimento a spirale sfruttiamo lo spazio
che offrono gli spazi intermedi (cioè i livelli di
movimento di trasporto) per muovere il peso di ogni
singola massa. La direzione dei movimenti di trasporto
non corrisponde solo alla direzione dei movimenti di
portamento. Viene utilizzato tutto lo spettro delle
direzioni di movimento possibili nei movimenti di
trasporto.
Nei modelli di movimento a spirale si differenziano, in
modo importante, le direzioni di movimento delle
singole masse rispetto alla direzione di movimento del
corpo intero osservabile dalla prospettiva esterna.


In base all’anatomia umana, sono più impegnativi i modelli di movimento paralleli
rispetto allo svolgimento dei modelli di movimento a spirale. Con i modelli di
movimento paralleli si limitano, in modo attivo, le possibilità che il corpo avrebbe a
disposizione.
Effettivamente un bambino piccolo, da parte sua, non utilizza quasi mai modelli di
movimento paralleli, perché in questi modelli è molto più difficile il controllo del
peso delle masse, cioè l’equilibrio, che non nei modelli di movimento a spirale.“


Fonte: European Kinaesthetics Association (Ed.) (2020): Kinaesthetics. Il Sistema Concettuale. Responsabile delle traduzioni: Beate Scheidegger, Sara Pascal. Linz, Winterthur: Editore European Kinaesthetics Association. ISBN 978-3-903180-10-9. Pag. 34-35

2 Ulteriore letteratura selezionata

  • Asmussen-Clausen, Maren (2009): Praxisbuch Kinaesthetics. Erfahrungen zur individuellen Bewegungsunterstützung auf Basis der Kinästhetik. 2. Auflage. München, Jena: Elsevier, Urban und Fischer. ISBN 978-3-437-27570-8. S. 44 f.
  • Hatch, Frank; Maietta, Lenny (2003): Kinästhetik. Gesundheitsentwicklung und menschliche Aktivitäten. Übersetzung: Ute Villwock, Elisabeth Brock. 2., komplett überarbeitete Auflage. München, Jena: Urban und Fischer. ISBN 978-3-437-31467-4. S. 53 ff.
  • Maietta, Lenny; Hatch, Frank (2011): Kinaesthetics Infant Handling. Originalmanuskript aus dem Amerikanischen von Ute Villwock. 2., durchgesehene und aktualisierte Auflage. Bern [u. a.]: Hans Huber. ISBN 978-3-456-84987-4. S. 102 ff.

3 Voci correlate